domenica 24 marzo 2024

La Devozione di Don Bosco nei confronti di San Giuseppe


Tra i Santi più devoti di San Giuseppe è da annoverare certamente San Giovanni Bosco, che ne diffondeva il culto in tutti i modi.

Narrava il Santo:

Un garzoncello di Torino aveva comprato un po’ di tabacco; il venditore glielo aveva dato avvolto in un pezzetto di carta, in cui era stampata una preghiera a San Giuseppe per ottenere la buona morte.
Il giovane era ignorante di Religione; lesse la preghiera, ma senza comprendere il significato. Tuttavia ne rimase così attratto, che conservò il pezzetto di carta ed ogni giorno recitava quell’orazione.
San Giuseppe gradì l’atto di ossequio e premiò il suo devoto in questo modo: gli suscitò il desiderio d’istruirsi nella Religione, lo dispose alla Confessione ed alla Comunione e gli ottenne dopo qualche tempo una Santa morte. Difatti il garzoncello sul letto di morte parlava di San Giuseppe, lo lodava, ne invocava il nome e lo ringraziava della consolazione che gli dava in quegli estremi momenti.

Don Bosco ricorreva a San Giuseppe con grande fiducia, sicuro della sua protezione.

Si era terminata la costruzione di un edificio a Lanzo e si constatò una minaccia di crollo al lato destro della fabbrica; la sesta colonna del porticato cominciava a cedere.
Don Bosco disse: “San Giuseppe, affido a voi la custodia di questa fabbrica. Faccio voto di mettere nel cortile dell'edificio una colonna, simile a quella pericolante, e sopra vi metterò la vostra statua!”.
San Giuseppe infatti scongiurò ogni pericolo.

Don Bosco diceva ai giovani: “Desidero che vi mettiate tutti sotto la protezione di San Giuseppe; se voi lo pregherete di cuore, vi otterrà qualunque Grazia”.

Ad onore del Patriarca raccomandava preghiere particolari al mercoledì; ordinò che in ogni chiesa o cappella Salesiana ci fosse un suo Altare od almeno un quadro; fece eseguire dal primo pittore torinese, Lorenzoni, un bel quadro del Santo e con la massima solennità lo inaugurò nel Santuario di Maria Ausiliatrice.
Voleva che nei suoi istituti si solennizzassero con entusiasmo le sue feste, facendole precedere da corsi di predicazione, organizzando declamazioni e trattenimenti religiosi.

Il Santo Patriarca ricambiava tale devozione con innumerevoli Grazie, tanto che Don Bosco un giorno disse ai Salesiani: “Si vede che San Giuseppe ci vuol bene. Quante benedizioni ci elargisce! Ho ricevuto Grazie straordinarie; parecchie di queste Grazie sono avvenute nella mia camera, sotto i miei occhi. Quante offerte in denaro per le nostre opere mi fa pervenire San Giuseppe all’avvicinarsi della sua festa! Onoriamo e facciamo onorare questo Santo!”.


Fonte: Libro "San Giuseppe - Mese in suo onore" di Don Giuseppe Tomaselli, anno 1962


mercoledì 20 marzo 2024

La Quaresima


La Quaresima è una discesa umile dentro di noi e verso gli altri.
È capire che la Salvezza non è una scalata per la gloria, ma un abbassamento per amore.
È farci piccoli.

Papa Francesco


domenica 17 marzo 2024

Se c'è una logica, ci dev'essere un Autore


“Le scoperte scientifiche sono la prova che non siamo figli del caos, ma di una logica rigorosa. Se c’è una logica, ci deve essere un Autore”.

Prof. Antonio Zichichi


mercoledì 13 marzo 2024

Gli uomini avranno una conoscenza maggiore delle Cose Celesti


Nostro Signore alla Sua anima prediletta suor Beghe:

“ Ti condurrò per mano attraverso le rinunzie e le privazioni, che faranno di te una reale collaboratrice della Mia Madre Santissima. Lei farà di te una fedele interprete di parole rare. Nella Mia Divina Sapienza ho previsto di svelare agli uomini i segreti della vita dell'Aldilà, perché questo è necessario per elevarli a una più grande conoscenza dell'Opera di Dio. Il mondo sta per entrare in una nuova fase e gli uomini avranno una conoscenza maggiore delle Cose Celesti. Tu sei chiamata ad essere tra coloro che ho scelto per questa missione e i tuoi scritti saranno letti con tutta l'attenzione che tali soggetti meritano ”.

22-7-1987


Fonte: Libro "Comunicazioni dall'aldilà"


sabato 9 marzo 2024

“Sono in Purgatorio per la mia indifferenza nei confronti di Dio”


C. J. in Purgatorio, alla mistica suor Beghe:

“Soffro molto e tu puoi aiutarmi. Sono nelle fiamme e tento di purificarmi della mia indifferenza nei confronti di Dio.
Sono felicissimo di non essere all'Inferno, e ciò è grazie alle tue preghiere nel giorno della mia sepoltura, perché tu sei stata la sola che ha pregato per me quel giorno.
Adesso prego per le tue intenzioni perché noi siamo riconoscenti verso i nostri benefattori e li sosteniamo con le nostre preghiere”.

20-5-1987


Fonte: Libro "Comunicazioni dall'aldilà"


giovedì 7 marzo 2024

Natuzza Evolo e il Purgatorio


I defunti ribadivano a Natuzza l’esistenza del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno, a cui venivano inviati dopo la morte, come premio o castigo per la loro condotta di vita.

Natuzza, con le sue visioni, confermava l’insegnamento plurimillenario del Cattolicesimo, cioè che immediatamente dopo la morte, l’anima del defunto viene condotta dall’Angelo Custode, al cospetto di Dio e ne viene perfettamente giudicata in tutti i minimi particolari della sua esistenza. Coloro che venivano inviati nel Purgatorio, richiedevano sempre, tramite Natuzza, orazioni, elemosine, suffragi e soprattutto Sante Messe affinché fossero loro abbreviate le pene.

Secondo Natuzza, il Purgatorio non è un posto particolare, ma uno stato interiore dell’anima, la quale fa penitenza “negli stessi luoghi terreni dove ha vissuto ed ha peccato”, dunque anche nelle stesse case abitate durante la vita. Talvolta le anime fanno il loro Purgatorio anche dentro le chiese, quando è stata superata la fase di maggiore espiazione. Il nostro lettore non deve meravigliarsi di queste affermazioni di Natuzza, perché la nostra mistica, senza saperlo, ripeteva cose già affermate da Papa Gregorio Magno nel suo libro dei Dialoghi.

Le sofferenze del Purgatorio, benché siano alleviate dal conforto dell’Angelo Custode, possono essere molto aspre. A testimonianza di ciò a Natuzza capitò un singolare episodio:
Ella vide una volta un defunto e gli chiese dove si trovasse. Il morto le rispose di trovarsi tra le fiamme del Purgatorio, ma Natuzza, vedendolo sereno e tranquillo, gli osservò che, a giudicare dal suo aspetto, ciò non doveva essere veritiero. L’anima purgante le ribadì che le fiamme del Purgatorio se le portava con sé, dovunque andasse. Mentre proferiva queste parole ella lo vide avvolto dalle fiamme. Credendo che si trattasse di una sua allucinazione, Natuzza gli si avvicinò, ma venne investita dal calore delle fiamme che le procurarono una fastidiosa ustione alla gola e alla bocca che le impedì di nutrirsi normalmente per ben quaranta giorni e fu costretta a rivolgersi alle cure del dottor Giuseppe Domenico valente, medico condotto di Paravati.

Natuzza ha incontrato numerosissime anime sia illustri che sconosciute.
Lei che ha sempre detto di essere ignorante ha incontrato anche Dante Alighieri, che le ha rivelato di aver scontato trecento anni di Purgatorio, prima di poter entrare in Paradiso, perché anche se aveva composto sotto ispirazione Divina, le cantiche della Commedia, purtroppo aveva dato spazio, nel suo cuore, alle proprie simpatie ed antipatie personali, nell’assegnare i premi e le pene: da qui il castigo di trecento anni di Purgatorio, trascorsi però al Prato Verde, senza soffrire altra sofferenza che quella della mancanza di Dio.

Numerose testimonianze sono state raccolte sugli incontri tra Natuzza e le anime della Chiesa sofferente


Don Marcello Stazione


martedì 5 marzo 2024

Benedire e mai maledire


Dinanzi a ogni forma di male il Cristiano deve rispondere sempre con il Bene. Egli non deve mai maledire nessuno. Neanche il diavolo (cf. Gd 9-10).
L’unica vittoria sul male è il Bene. Chi vuole combattere il male lo può fare solo con il Bene. Chi risponde al male con il male non fa altro che accrescerlo, rafforzarlo. Come rispondere concretamente al male con il Bene? Ecco alcuni esempi: rispondere all’ingiuria con la benedizione, all’ira con la pazienza, al maltrattamento con il perdono, alla persecuzione con la preghiera, al nemico con l’Amore. Per ogni azione di male ricevuto bisogna trovare l’azione di Bene come risposta. Il Cristiano si misura da questa risposta.


Don Massimo Amelio