"Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche
se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo
di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché
confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma
al contempo l’amico e il fratello che ha già patito Egli stesso le
mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio
avvocato (Paraclito).
In vista dell’ora del giudizio mi diviene
così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’ essere cristiano
mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia
vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della
morte.
In
proposito mi ritorna di continuo in mente quello che Giovanni
racconta all’inizio dell’Apocalisse: egli vede il Figlio
dell’uomo in tutta la Sua grandezza e cade ai Suoi piedi come
morto. Ma Egli, posando su di lui la destra, gli dice: “Non temere!
Sono Io”. (cfr. Ap 1,12-17).
Cari
amici, con questi sentimenti vi benedico tutti".
Papa Benedetto
XVI
Belle e ricolme di fiducia queste parole di Papa Benedetto XVI che parla della morte e di come si immagina la propria ora del Giudizio. Ed ora che l'amatissimo Papa ha varcato quella soglia, quella della vita terrena per entrare nell'altra Vita, nel Regno Celeste, non posso non immaginarmelo al cospetto del Figlio di Dio raggiante e pieno di Gioia.
E Lui, Gesù, il nostro Re dei Re, me lo immagino con le braccia aperte e lo sguardo ricolmo di Tenerezza e di Amore, che lo invita ad avvicinarsi e ad entrare nel Regno Promesso, nell'Eterna Beatitudine.
Eh sì, caro Papa Benedetto, sei appena partito e già ci manchi, ci manca la tua bontà e la tua tenerezza. Ci manchi, ma, da parte mia, non posso non provare un sentimento di profonda Gioia nell'immaginare ciò che da ora in avanti ti attenderà.
Grazie, grazie di tutto caro Papa! Sii ora Eternamente Felice!
Marco
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