domenica 10 aprile 2022

Sono felice!

Il mattino di giovedì, 2 aprile 1985, moriva a Roma, nel convento dei Frati Minori in Via Merulana, padre Emanuele Chiettini, frate di Santa vita.
Alle 10 di quel giorno egli è atteso invano al suo confessionale. Viene ricercato, non si trova. Si telefona al monastero delle Clarisse di Via in Selci, dove da 38 anni era solito celebrare la S. Messa di buon mattino. Si risponde che anche quel giorno il padre Emanuele aveva già celebrato il Sacrificio Eucaristico e poi era andato via.
Dopo diligente ricerca, Padre Chiettini viene trovato morto in un recondito angolo di un corridoietto pochissimo frequentato, chiamato «delle botteghe oscure». L’indomani va a celebrare la S. Messa, al posto del defunto, il padre Alessio Benigar che trova le suore addolorate per l’improvvisa scomparsa di padre Chiettini. Dopo la celebrazione della Messa, suor Celina, abbadessa del monastero, riferisce al Padre Alessio che circa alle 9.15 del giorno precedente, mentre si trovava nella sua cella, fu colpita come da un lampo improvviso, quasi un flash fotografico, accompagnato da un lieve scatto. Alla sua richiesta del significato di quel segno, padre Alessio disse a lei e alle suore: «Non piangete, non siate tristi! Padre Emanuele è vivo, è felice! L’ho visto io tutto luminoso con questi miei occhi, così come ora vedo voi. Non ho mai visto nulla di simile in vita mia! Mi ha detto: “Sono felice!”».
Padre Emanuele Chiettini era già in Paradiso.

(Dall’Osservatore Romano del 4 maggio 1985)


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