« Il viale è lungo; a destra ed a sinistra si ergono delle tombe, ma sono molte e non è possibile considerarle tutte. Qualcuna mi colpisce e mi obbliga a fermarmi. Il sepolcro è sontuosissimo, sormontato da un mezzo busto; fiori all'intorno ed una lampada accesa; gli emblemi delle Virtù teologali sono artistici: la croce, l'àncora, la fiaccola; l'iscrizione del seguente tenore: "Mente eletta - Cuore nobile - beneficò gli altri, dimentico di se - Sposa e figli straziati ne piangono il trapasso".
Bugie! Bugie! Il mondo è un ammasso di menzogne! Nel cimitero però la menzogna regna sovrana: tutti i morti sono onesti e caritatevoli. Pare che la morte scelga soltanto i buoni! Ho conosciuto quest'uomo... dalla mente eletta e dal cuore nobile! Ricordo bensì ciò che si diceva alla sua morte: "Avrebbe fatto meglio a morire cinquant'anni prima!... Quanti padri di famiglia ha fatto piangere!... A quanti operai ha succhiato il sangue!... Quante prepotenze ed angherie ha fatto!... Prima di spirare colpito da male improvviso, invece di chiamare Dio, disse al servo: La chiave della cassaforte alle figlie femmine!" - E cessò di vivere. Il suo corteo funebre fu di primo ordine: ghirlande senza numero e lunghe teorie di automobili.
Ora sei qui, nobile signore, in pasto ai vermi! Hai gabbato il mondo, ma non certamente Dio. Avresti fatto meglio ad essere più caritatevole. Le ricchezze ammassate non sono più tue. Quante campagne possedevi! Adesso ti bastano pochi palmi di terra!
O infelici ricchi! Siete invidiati dai mondani, ma Gesù ha lanciato contro di voi un «guai» terribile: «Guai a voi, o ricchi! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, anziché un ricco entrare in Paradiso!» »
Don Giuseppe Tomaselli
Fonte: libretto "I nostri morti - La casa di tutti"
Don Giuseppe Tomaselli, Sacerdote morto in concetto di Santità, non era certo un uomo che aveva paura di dire la verità! “Pane a pane e vino al vino” si potrebbe dire. E in questo scritto la verità l'ha espressa molto chiaramente: troppo spesso noi uomini, durante i funerali e nelle iscrizioni presenti nei cimiteri “decantiamo” i nostri cari che non ci sono più, facendone dei modelli imperituri di Virtù Cristiane.
E' vero che è difficile parlare male di chi non c'è più.... ma purtroppo, spesso, le cose non stanno in questo modo. E non bisogna mai avere paura di dire la Verità, anche se questa può “urtare” un certo numero di persone. Del resto, come fatto notare giustamente da don Giuseppe, l'uomo si può anche “gabbare”, ma Dio, che ci conosce nel più profondo di noi stessi e della nostra vita, certamente no! E ogni cosa, ogni azione, ogni atto, ogni pensiero della nostra mente e sentimento del nostro cuore, saranno da Dio giustamente vagliati e giudicati, nel Bene e nel male. E ciascuno, nell'Eterna Vita che ci attende, “avrà” secondo Giustizia.
Marco
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