Lucia, illuminata da Luce Celeste e rafforzata dall'assistenza dello Spirito Santo, comprese: Dio non mi ha scelta per il mondo; vuole da me la verginità. Ormai rinunzio alla decisione di sposare e non voglio più sentire di fidanzamento. Di poi, rivolta alla madre, la supplicò così: “Nella mia vita ti ho risparmiato ogni dispiacere; ed ora ti chiedo di non opporti ad una santa decisione che ho presa. Non parlarmi più di fidanzamento e di matrimonio”.
L'ex fidanzato, che bramava avere quei beni sposando Lucia, ardendo di rabbia per i beni perduti e per la delusione dell'amore, si presentò a Pascasio per denunziare Lucia come Cristiana.
Espose al console il suo caso: “Metto nelle tue mani, o Pascasio, una giovane Cristiana, di nome Lucia, la quale invece di rendere il culto agli idoli, si è legata al culto del Nazareno Crocifisso. La vita che conduce è del tutto contraria ai decreti dell'imperatore; perciò merita di essere trattata come una ribelle. Puniscila come merita”.
Pascasio ordinò che la giovane fosse presentata a lui per essere giudicata. Lucia, che già da tempo pensava a questa comparsa, fiduciosa in Dio, senza timore andò davanti a Pascasio.
Ed ecco il lupo davanti all'agnello!
“Mi è stato riferito - disse Pascasio - che tu disprezzi l'imperatore ed i suoi decreti per seguire la dottrina che disprezza i nostri idoli. Io ti costringerò a mettere l'incenso nel fuoco che arde davanti alle nostre divinità”
“Mi è stato riferito - disse Pascasio - che tu disprezzi l'imperatore ed i suoi decreti per seguire la dottrina che disprezza i nostri idoli. Io ti costringerò a mettere l'incenso nel fuoco che arde davanti alle nostre divinità”
“Questo - disse Lucia - non avverrà giammai. Io adoro il Vero Dio ed a Lui offro l'adorazione ed ogni mio sacrificio ed accetterò a tal fine ogni sorta di tortura”
“Ma tu sei pazza!” esclamò Pascasio.
“Non sono pazza. Sono serva del mio Dio, come tu sei servo del diavolo”
“Ed osi parlare così a chi rappresenta l'imperatore romano?! Rifletti bene prima di parlare”
“Presentandomi a te, o Pascasio, non ho preparato il discorso da tenere con te, perché Gesù Cristo ha detto: "Quando vi condurranno davanti ai tribunali, non vi preoccupate di quello che avete a dire; ma ciò che in quel momento vi sarà suggerito, quello dite, perché non siete voi che parlate, ma lo Spirito Santo"” (Marco, XIII-11)
“Lo Spirito Santo? - esclamò il console - E chi è lo Spirito Santo?”
“E' il vero Dio”
“Ma insomma, tu sei il vero Dio?”
“Sono una serva di Dio ed in me dimora lo Spirito Santo, perché quando un corpo è puro, è Tempio dello Spirito Santo”
“Troppe fandonie stai dicendo! Ma quando dalle parole verremo ai fatti, ti farò perdere lo Spirito Santo, contaminando il tuo corpo”
“Anche quando avverrà questo contro la mia volontà, lo Spirito Santo resterà lo stesso con me con doppia corona: quella della Verginità, e quella del Martirio”
Pascasio, comprendendo bene che la grande tortura per una giovane modesta era la vergogna di essere offesa nel pudore, ardente di rabbia ed offeso nel suo orgoglio per l'incapacità di non riuscire a battere una donna nei suoi principi, disse ai soldati:
“Conducete Lucia in luogo infame, nella casa delle donne immorali”
In quel momento agiva l'iniquità umana; ma la Potenza di Dio che se ne ride della fortezza umana, volle dare prova di sé con un Miracolo, dando a Lucia la perfetta immobilità del corpo.
Fonte: Piccolo estratto dal libricino "Santa Lucia" di don Giuseppe Tomaselli
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