giovedì 29 agosto 2024

I sette vizi (o peccati) capitali


I vizi o peccati capitali sono quelle mancanze a cui la natura umana caduta è particolarmente incline. Per questo è molto importante per chiunque voglia avanzare sulla via della Santità, imparare a individuare queste tendenze del proprio cuore e nei propri comportamenti, al fine di sapersi contenere e correggere. 

Il termine “capitale” non si riferisce alla grandezza del peccato, ma al fatto che dà origine a molti altri peccati.
Secondo San Tommaso d'Aquino, un vizio capitale è quello che ha un fine eccessivamente desiderabile, di modo che desiderandolo un uomo commette molti peccati, tutti originati da quel vizio, che ne è la fonte principale.

Ciò che si desidera o si rifiuta nei vizi capitali può essere materiale o spirituale, reale o immaginario. Abbiamo tutti una tendenza verso i peccati capitali, che dobbiamo controllare conoscendo e sviluppando le Virtù contrarie a ciascuno di questi peccati.

I vizi, o peccati capitali, sono: SUPERBIA, AVARIZIA, INVIDIA, IRA, LUSSURIA, GOLA, PIGRIZIA o ACCIDIA.

SUPERBIA
Attribuzione ai propri meriti di qualità che sono invece Doni di Dio (intelligenza, salute, ecc...).
Il superbo è "pieno di sé", vede sé stesso al di sopra di tutti, e per ogni proprio "successo" si attribuisce ogni merito, escludendo persino Dio.

AVARIZIA
L'avarizia è, come la gola e la lussuria, un peccato di eccesso. È caratterizzato dal desiderio di acquisire beni materiali in quantità molto superiori a quelle necessarie a soddisfare i propri bisogni fondamentali, e non li vuole condividere con nessuno. 
San Tommaso d’Aquino definiva l’avarizia come “un peccato contro Dio, come tutti i peccati mortali, in cui l’uomo condanna le Cose Eterne per le cose temporali”.

INVIDIA
L'invidia è
“tristezza per i beni che un altro possiede e che si ritiene dannosi per sé stesso, poiché diminuiscono la propria eccellenza o notorietà.
Una persona invidiosa non solo si risente delle qualità di un'altra persona, siano essi talenti, aspetto, possedimenti, lavoro o popolarità, ma prova anche gioia e persino godimento degli ostacoli o delle avversità che una persona affronta. 

IRA
L'ira è definita come un’emozione incontrollata di odio e rabbia. Un'emozione negativa che può manifestarsi come negazione della verità verso sé stessi e gli altri, nonché come un crescente desiderio di vendetta. La definizione moderna include anche l'intolleranza verso altre persone a causa della loro razza o religione, arrivando fino all'estremo della discriminazione.
Questo è l'unico peccato che non è strettamente correlato all'interesse personale e all'egoismo.

LUSSURIA
Corrisponde al piacere sessuale ricercato immediatamente per sé stessi. Coloro che sono lussuriosi cercano gratificazioni personali e fugaci. Considera gli altri come semplici corpi e "oggetti di piacere" piuttosto che come persone.

GOLA
La golosità, oggi, si riferisce al consumo eccessivo di cibi e bevande. In passato comprendeva ogni tipo di forma di eccesso. Include anche alcune forme di comportamento distruttivo per sé stessi e per gli altri.
Nella "Divina Commedia" di Dante Alighieri, i penitenti del Purgatorio erano costretti a fermarsi tra due alberi, del tutto impossibilitati a raggiungere i frutti che pendevano dai rami.

ACCIDIA o PIGRIZIA
La pigrizia, o accidia, è il rifiuto di svolgere i propri compiti o doveri che ha ciascuna persona.
La pigrizia può essere anche di spirito, il pigro non si comporta secondo il Volere di Dio per mancanza di spirito e di buona volontà. 


Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che “I vizi possono essere catalogati in parallelo alle Virtù alle quali essi si oppongono.

Queste Virtù sono: UMILTA', PAZIENZA, TEMPERANZA, CARITA', GENEROSITA', DILIGENZA e CASTITA'

Virtù contrapposta alla SUPERBIA è l'UMILTÀ: questa è una caratteristica per cui una persona non si crede mai superiore agli altri e, se anche vede in sé stesso delle qualità, sa bene che questi sono tutti Doni di Dio, per cui non se ne fa un motivo di merito, ma bensì di profonda riconoscenza verso di Lui.

Virtù contrapposta all'IRA è la PAZIENZA: è l'attitudine a superare adeguatamente ogni difficoltà e imprevisto, senza perdere il controllo di sé, ma mantenendo uno stato di Pace interiore.

Virtù contrapposta alla GOLA è la TEMPERANZA: ricerca l'equilibrio nell'uso dei beni e modera l'attrazione dei piaceri. Garantisce che la volontà prevalga sugli istinti.

Virtù contrapposta all'INVIDIA è la CARITÀ: ha un legame molto stretto con l'empatia e l'amicizia.
La persona di Carità è felice nel constatare tutto ciò che c'è di Bello e di Buono nella vita dell'altro e si "adopera" costruttivamente per favorirlo e aiutarlo in ogni modo.

Virtù contrapposta all'AVARIZIA è la GENEROSITÀ: E' donare agli altri, sotto ogni punto di vista, con l'intento di fare del Bene a ciascuno.

Virtù contrapposta all'ACCIDIA o PIGRIZIA è la DILIGENZA: è la cura nello svolgere un determinato compito, con puntualità e precisione. In pratica significa mantenere gli impegni presi e farlo nel miglior modo possibile.

Virtù contrapposta alla LUSSURIA è la CASTITÀ: è il comportamento volontario che comporta la rinuncia all'atto sessuale. 


Ogni persona che vuole mettersi seriamente alla sequela di Cristo, sa bene che deve combattere con ogni propria forza i 7 vizi capitali e, per contro, cercare di sviluppare al massimo ogni Virtù Cristiana.

Non dobbiamo mai dimenticarci che siamo Tempio della Spirito Santo e che la nostra Destinazione Eterna è il Regno dei Cieli, laddove non è e non può esistere macchia alcuna perché saremo interamente e totalmente in Dio.  





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