Il 24 giugno all’oratorio si faceva festa: era l’onomastico di Don Bosco. Ognuno cercava di manifestargli il suo affetto e Don Bosco ricambiava con cuore grande.
La sera del 23 giugno 1855 disse ai suoi ragazzi: «Domani volete farmi la festa, e io vi ringrazio. Da parte mia, voglio farvi il regalo che più desiderate. Perciò ognuno prenda un biglietto e vi scriva sopra il regalo che desidera. Non sono ricco, ma se non mi chiederete il Palazzo Reale, farò di tutto per accontentarvi».
Quando lesse i biglietti, trovò domande serie e bizzarre. Chi gli chiedeva «cento chili di torrone per averne per tutto l’anno», chi un cucciolo «al posto di quello che ho lasciato a casa».
Sul biglietto di Domenico Savio trovò 5 parole: «Mi aiuti a farmi Santo».
Don Bosco chiamò Domenico e gli disse: «Quando tua mamma fa una torta, usa una ricetta che indica i vari ingredienti da mescolare: lo zucchero, la farina, le uova, il lievito… Anche per farsi Santi ci vuole una ricetta, e io te la voglio regalare. È formata da tre ingredienti che bisogna mescolare insieme.
Primo: Allegria. Ciò che ti turba e ti toglie la pace non piace al Signore. Caccialo via.
Secondo: I tuoi doveri di studio e di preghiera. Attenzione a scuola, impegno nello studio, pregare volentieri quando sei invitato a farlo.
Terzo: Far del bene agli altri. Aiuta i tuoi compagni quando ne hanno bisogno, anche se ti costa un po’ di disturbo e di fatica. La ricetta della Santità è tutta qui».
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