A chi le chiedeva se si sentisse una persona straordinaria, Natuzza Evolo rispondeva: «No, mi sento un verme di terra! Io sono una poveraccia! Io non mi sento niente, proprio niente!».
In queste parole trovava conferma in quell’umiltà che la contraddistingueva in quel qualificarsi come un "verme" un "niente". Anche i più scettici, conoscendola, si sono ricreduti. Chiunque abbia avuto modo di incontrarla ha visto dissiparsi in quel suo materno sorriso ogni residuo di diffidenza.
“Se volete, posso essere vostra madre, potete chiamarmi mamma” diceva, e così per molti lei era "Mamma Natuzza".
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