San Giuseppe Cafasso, Santo torinese dall'aspetto gracile ma dal cuore grande, era definito il "prete dei condannati alla forca" perché spesso si presentava alle esecuzioni capitali seguendo il condannato a morte fino al patibolo per sostenerlo, farlo sentire amato e convincerlo a riconciliarsi con Dio.
In una di queste circostanze accompagnò un condannato, il quale però rifiutava irremovibilmente i Sacramenti. E non ci fu proprio nulla da fare.
In una di queste circostanze accompagnò un condannato, il quale però rifiutava irremovibilmente i Sacramenti. E non ci fu proprio nulla da fare.
Le guardie, com'era consuetudine fare, vennero a prendere il condannato per portarlo alla forca. Lungo la strada da percorrere c’era un’edicola dedicata alla Madonna e, passandoci davanti, il condannato guardò l’immagine e fece un bell’inchino alla Vergine, secondo la pia abitudine che aveva.
Don Cafasso vide il condannato fare quell’atto di venerazione alla Vergine Santa, e con grande convinzione e commosso esclamò: “È salvo, è salvo. La Madonna lo salverà!”.
Infatti, avvicinatosi a lui, riuscì a confessarlo immediatamente prima della pena capitale.
Fonte: settedolori.it/Madonna.htm