“A San Michele bisogna andarci coi propri piedi, altrimenti si andrà con la bara sulle spalle”, diceva Padre Pio... cioè a dire, che un giorno si avrà a tenere il giudizio dell’Arcangelo, il quale peserà i nostri peccati con la sua bilancia.
Una sua figlia spirituale, trovandosi in una particolarissima e penosissima situazione e dovendo risolvere un delicatissimo problema, si recò in confessione da Padre Pio, il quale, dopo averla ascoltata, le disse: “E tu non l’hai l’avvucato a lu paese tuo?...”. La penitente rispose: “Quale avvocato, Padre?”. E lui ancora: “T’ho detto, tu non l’hai l’avvucato a lu paese tuo?…”.
Quell’anima, sulle prime, non capì la risposta, avuta da Padre Pio, risposta a cui in seguito lei stessa diede la giusta spiegazione, e attese ancora dietro il confessionale per ricevere un’altra parola chiarificatrice da Padre Pio. Ma il frate, paternamente la licenziò. Quella donna, con una grande speranza nel cuore e fiduciosa nelle parole del suo confessore, si allontanò da San Giovanni Rotondo, convinta di ritrovare la luce, e che avrebbe risolto quanto le stava a cuore. Giunta al suo paese di origine, si trovò a pregare San Michele, il quale era il Patrono del suo stesso paese in cui proprio in quei giorni veniva festeggiato. La preghiera all’Arcangelo che capitò sotto gli occhi della donna così diceva: “O glorioso mio protettore e avvocato San Michele…”. A queste invocazioni, la donna comprese chiaramente che doveva rivolgersi al Principe delle Milizie Celesti, ricordando le parole del frate del Gargano, e che San Michele era il suo avvocato. A lui si raccomandò caldamente e grazie all’Arcangelo ogni cosa riuscì secondo i suoi desideri.
Orbene, conoscendo Padre Pio la potenza e la grandezza di San Michele, desiderava che egli venisse conosciuto e amato dai suoi figli spirituali, e a questo proposito nel nuovo Santuario della Madonna delle Grazie, come già abbiamo ricordato, fece addirittura costruire un altare tutto particolare in onore del Santo Arcangelo.
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