sabato 13 luglio 2024

Maria Valtorta, il “piccolo Giovanni”



In questo blog è diverso tempo che volevo parlare di una grande Personalità Mistica, nonché "Anima Vittima" del 900, conosciuta da una moltitudine di persone in tutto il mondo grazie a suoi numerosi scritti altamente Spirituali, in larga parte ispirati e provenienti dal Cielo: Maria Valtorta! E ci tengo a parlarne perché amo moltissimo questa Santa, e i suoi scritti accompagnano il mio percorso di vita da oramai tanti anni, con grande profitto per la mia anima.
Oggi quindi mi accingo a postare questo scritto, composto nel giro di più giorni, su questa anima Bella, vissuta tutta interamente per il Signore, ripromettendomi in futuro, a Dio piacendo, di postare qualcuno di questi "Tesori" a lei rivelati sulle pagine di questo blog. Ed è quasi superfluo dire che raccomando veramente a tutti di leggere gli scritti di quest'Anima Mistica, con la certezza che gli effetti benefici di tali Sante letture non mancheranno di farsi sentire, benevolmente e copiosamente, nell'animo di ciascuno.

Maria Valtorta è nata il 14 marzo 1897 a Caserta. Figlia unica in una famiglia agiata, il padre era un maresciallo di Cavalleria, uomo buono e remissivo, e la madre una insegnante francese, donna dal carattere severo e intransigente, dalla quale Maria non si è mai sentita capita e amata. I frequenti trasferimenti della famiglia, causati dagli spostamenti del reggimento nel quale il padre prestava servizio, la portarono a trascorrere i primi anni di vita a Faenza e poi, successivamente a Milano, dove Maria frequentava l'asilo delle suore Orsoline. Fu qui, nonostante l'età precocissima, che Maria sentì da subito un Amore particolare per Gesù, soprattutto si sentiva di voler “consolare Gesù facendosi simile a Lui nel dolore volontariamente patito per Amore... una caratteristica questa che avrebbe "segnato" in maniera indelebile tutta la sua vita.
A Milano frequentò con profitto le scuole elementari, segnalandosi come alunna modello, e nello stesso istituto ricevette nel 1905 il sacramento della Cresima dalle mani del cardinale Andrea Ferrari, poi futuro Beato. Continuò le elementari a Voghera, dove prendeva anche lezioni di lingua francese da alcune suore espulse dalla Francia per una legge anticlericale. E furono proprio queste suore che la prepararono per la prima Comunione che fece a Casteggio nel 1908. Su decisione della madre all'età di 12 anni entrò nel prestigioso collegio Bianconi di Monza, condotto dalle suore di Maria SS. Bambina, che ella considerò “Il suo nido di pace”, ove per quattro anni appagò il suo amore per lo studio e la disciplina. Quando uscì dal collegio, sedicenne, la predica di un Vescovo le fece capire che il Signore la stava chiamando ad una vita di amorosa penitenza, ma rimanendo nel mondo.
Tornata a casa trovò il padre, che amava moltissimo, menomato nel fisico e nella mente, tanto che egli andò in pensione anzitempo e la famiglia si trasferì a Firenze. Maria si trovava bene nella nuova città, che spesso visitava col padre, ma vi subì il dolore di vedere troncato sul nascere il fidanzamento con un distinto giovane appena conosciuto a causa della durezza della madre. Nel 1917, in pieno svolgimento della I Guerra Mondiale, entrò nel corpo delle infermiere volontarie (le samaritane) per soccorrere e curare i soldati feriti: un'esperienza che svolse con grande impegno e Carità per 18 mesi nell'ospedale militare di Firenze e che la edificò.
Nel 1920 accadde un fatto che condizionò per sempre la vita della giovane Maria: un giovane sovversivo comunista la aggredì per strada e le sferrò un forte colpo ai reni con una spranga di ferro che le lesionò la spina dorsale. Questo fu l'inizio di un interminabile calvario medico che la predispose all'invalidità. Dopo l'incidente Maria ebbe la possibilità di trascorrere due anni a Reggio Calabria, per ritemprarsi nel corpo e nello spirito, ospite di cugini della mamma che l'accolsero e l'ospitarono con grande affetto. Durante questo soggiorno avvertì fortemente il richiamo di Dio per una vita da vivere saldamente radicata in Cristo. La madre però, seppur da lontano, continuava a non capirla e a ferirla nei suoi sentimenti di donna, e quando fece ritorno a Firenze, nel 1922, la risommerse di "ricordi amari".
Nel 1924, assieme alla famiglia, si trasferì a Viareggio, e lì sempre più fortemente si sentiva chiamata ad una vita da spendere completamente per Dio, culminata in eroiche offerte di di sé per Amore di Dio e dell'umanità. Nel frattempo si impegnava in parrocchia come delegata di cultura per le giovani di Azione Cattolica e teneva conferenze che erano seguite da moltissime persone, anche da non praticanti. I problemi di salute diventavano però sempre più importanti e le era sempre più difficile muoversi. Il 4 gennaio 1933 uscì di casa per l’ultima volta e dal 1° aprile 1934, giorno di Pasqua, si vide infine costretta a letto, semiparalizzata dalla vita in giù.
Il 24 maggio 1935 fu presa in casa una giovane donna rimasta orfana e sola, Marta Diciotti, che diventerà sua amica, confidente e assistente per tutto il resto della vita. Dopo un mese morì l'amatissimo papà di Maria, e per lei fu un colpo terribile, tanto che fu sul punto di morirne dal dolore. La madre invece, che Maria amò sempre per dovere naturale e con sentimento soprannaturale, come più volte attestato nei suoi scritti, morirà il 4 ottobre 1943, senza avere mai smesso di vessare la figlia. L'infermità di Maria accentuò la sua ascesi mistica, aiutata anche dalla lettura dell'autobiografia di Teresa di Lisieux, "Storia di un anima", che accese più che mai in sé stessa il desiderio di offrirsi come "anima-vittima" al Signore.

«Vittima d'Amore prima, per consolare l'Amore Divino che non è riamato, e poi anche di Giustizia, per la Salvezza delle anime e del mondo»

(Maria Valtorta)

Da paralitica Maria pensò di dedicarsi alla scrittura e abbozzò un romanzo a sfondo autobiografico, Cuore di una donna, che tuttavia non venne mai pubblicato e che, negli anni successivi, il Signore stesso con perentorio comando ricevuto in modo soprannaturale, gli disse di bruciare completamente perché “Solo per l'Opera Mia devi essere conosciuta come scrittrice”.

Nel giugno 1942 Maria Valtorta incontrò un sacerdote servita, padre Romualdo Maria Migliorini, ex missionario destinato al convento di Viareggio, il quale divenne suo direttore spirituale e, all'inizio del 1943, le chiese di scrivere la propria autobiografia. Con una certa esitazione, dovuta anche alle sue sempre più precarie condizioni di salute (Maria si sentiva prossima a dover morire), accettò la richiesta, e con disinvoltura, seduta nel letto, nel giro di due mesi riempì sette quaderni autografi, nel quale non solo diede prova di grandi capacità come scrittrice, ma soprattutto aprì la sua anima in una confidenza senza veli. In queste 760 pagine manoscritte, consegnate al suo confessore, Maria si era come “liberata” da un passato spesso molto doloroso, e in questo modo si predisponeva con maggior fiducia alla morte, quando nel suo intimo avvertì una "Voce", già nota al suo spirito, che le dettò una pagina di Sapienza Divina. Erano le 11.15 del 23 aprile 1943, giorno di Venerdì Santo. Questo fu l'inizio di una svolta impensabile, il primo dettato di quella che diverrà un opera veramente monumentale.
Il "Cielo" si era aperto dinanzi a Maria e lei lo accolse con tutto il suo cuore.




Padre Migliorini la inviterà a scrivere ogni cosa e lei eseguirà questo mandato con estrema diligenza e precisione. A questo primo dettato ne seguiranno tanti altri, poi inizieranno le visioni. Dal 1943 al 1947, con punte fino al 1951, Maria riempirà 122 quaderni (che contengono tutte le opere eccetto l'Autobiografia) per un totale di 13193 pagine, tutte scritte "di getto", senza rileggerle e senza alcuna correzione o revisione. A tutto questo si deve aggiungere anche un grandissimo epistolario, avvenuto tra lei e alcune persone di grande Fede che le erano particolarmente vicine. Il grosso di questo scritti avvenne nel pieno della 2° Guerra Mondiale che anche Maria Valtorta dovette "subire", tanto da essere costretta a trasferirsi, nel 1944, dalla sua Viareggio a Sant'Andrea di Compito nella Lucchesia verso Capannori.
Il 1943 è stato quindi un anno fondamentale nella vita di Maria Valtorta, con i primi dettati che inizialmente erano discontinui, poi dal mese di giugno divengono regolari e quotidiani. Fino al mese di dicembre è solo Gesù a parlare, poi arriverà Maria SS., il Padre Celeste, lo Spirito Santo, il suo Angelo Custode e alcuni Santi. Dal 1944 iniziano le visioni della vita di Gesù e di Maria SS., fino al giorno dell'Assunzione in Cielo di quest'ultima, visioni che costituiranno l'opera principale di tutti gli scritti. Maria Valtorta partecipa con grande Amore a queste visioni, lei descrive tutto quello che vede, persone, dialoghi e luoghi, in completa libertà.

A Padre Migliorini venne l'idea di dattilografare questi scritti, ma questa non fu affatto una buona cosa perché essi finirono col circolare prima del previsto (il Signore aveva espresso chiaramente che tali scritti non fossero divulgati prima della morte della scrittrice) ed arrivarono anche sul tavolo del Sant'Uffizio, creando dei disordini tra chi voleva che l'opera venisse approvata dalle autorità competenti e chi non credeva nella soprannaturalità di tale opera e la voleva bloccare ad ogni costo. I dattiloscritti arrivarono anche alla scrivania di Papa Pio XII, che ne ebbe un giudizio molto positivo, dichiarando che l'opera venisse pubblicata “così come sta. Chi legge capirà”. Non mancavano però anche le critiche su questi scritti, ritenuti da taluni "poco edificanti" per coloro che li avessero letti.
Nel corso del tempo l'opera ha subito approfondite analisi da parte di molti eminenti teologi cattolici, i quali dichiararono unanimamente l'assoluta conformità dei testi con l'ortodossia Cattolica.

L'intenzione di stampare l'opera principale venne fin dal principio, ma furono diverse le difficoltà che si frapposero alla realizzazione del progetto, non ultima le reticenze che provenivano della Santa Sede. Solo nel 1956 vide la luce il primo dei quattro volumi intitolato "Il Poema di Gesù", titolo modificato poi in "Il Poema dell'Uomo-Dio", poiché il titolo originario era già presente per un altro testo in circolazione. Tale titolo rimase in uso fino al 1993, data in cui l'opera assunse l'attuale titolo: "L'Evangelo come mi è stato rivelato".
Il quarto volume venne messo in circolazione verso la fine del 1959 ma, senza più la protezione di Papa Pio XII avvenuta l'anno prima, tutta l'opera fu messa all'Indice dei libri proibiti da parte del Sant'Uffizio, senza nessuna motivazione particolare.
Un articolo del 6 gennaio 1960 dell' "Osservatore Romano" definiva i quattro volumi dell'opera “una vita di Gesù malamente romanzata”. Tale giudizio, frettoloso e superficiale, si rivelò poi nel tempo radicalmente sbagliato, in quanto il racconto è costituito da fatti storici verificabili avvenuti per di più in luoghi descritti con minuzia di particolari che si sono rivelati assolutamente esatti e che quindi non potevano essere stati inventati dalla scrittrice che mai si è recata in Terra Santa.
Maria Valtorta venne messa a conoscenza della condanna dell'opera da parte del Sant'Uffizio dalla sua assistente e amica Marta Diciotti, ma reagì con indifferenza, senza scomporsi, rispondendo “che lo sapeva già”.

Oramai già da qualche tempo, precisamente dal 1956, Maria Valtorta aveva iniziato a dare segni di un sempre più marcato distacco psichico da tutto ciò che la circondava. Era entrata in uno stato di "dolce apatia", di abbandono totale da tutto, senza tuttavia mai smorzare dal suo viso la vivezza dello sguardo o la serenità dell'espressione. Si stava realizzando quello che Gesù le aveva predetto il 12 settembre 1944, cioè che l'avrebbe portata ad una morte estaticaCome sarai felice quando ti accorgerai di essere nel Mio mondo per sempre e d'esservi venuta, dal povero mondo, senza neppure essertene accorta, passando da una visione alla realtà, come un piccolo che sogna la mamma e che si sveglia con la mamma che lo stringe al cuore. Così Io farò con te.
Questa predizione si avverò completamente e la mattina di giovedì 12 ottobre 1961, nel letto della sua casa, mentre un sacerdote le recitava la preghiera degli agonizzanti: “Parti, anima Cristiana, da questo mondo”, Maria sciolse i lacci che la legavano a questo mondo e volò tra le Braccia dell'Eterno Padre. Aveva 64 anni ed era a letto da 27 anni e mezzo.
Venne sepolta nel cimitero di Viareggio, dove già erano posti i suoi genitori Giuseppe e Iside, e lì vi rimase per dodici anni. Nel 1973 la salma fu riesumata e traslata a Firenze, nella Cappella del Capitolo della Basilica della Santissima Annunziata, il cui celebre affresco dell'Annunciazione, era stato da lei ammirato varie volte nella sua vita. A Viareggio resta la sua amatissima stanza all'interno della sua piccola abitazione, restaurata due volte per mantenerla come casa-museo, testimonianza indelebile della sua gioiosa immolazione a Cristo e del suo percorso di vita altamente Mistico in cui il Cielo fu straordinariamente presente nella sua esistenza.

Sia la sua tomba, a Firenze, che la sua casa, a Viareggio, sono oggigiorno meta di tanti pellegrini, devoti e grati per avere conosciuto le sue opere, fonti di meravigliosi Frutti Spirituali e oggi diffusi in tutto il mondo.


LE OPERE ISPIRATE DA DIO

Sono le opere di contenuto soprannaturale. In tali opere si riscontrano brani di carattere personale e altri, la maggior parte, sono quelli che provengono da Dio: questi ultimi si suddividono in visioni e in dettati.
Nella parte relativa alle visioni è Maria Valtorta stessa, con le proprie capacità di scrittrice, a scegliere le parole da utilizzare per descrivere quello che vedeva. Nella parte relativa ai dettati, invece, trascriveva con fedeltà e precisione ciò che lei ascoltava durante le sue esperienze Mistiche.

Maria Valtorta poteva avere visioni o ricevere dettati in qualsiasi ora del giorno e della notte. Lei si è sempre definita “il mezzo”, “lo strumento” o “la penna” nella mani di Dio, mentre il Signore la chiamava affettuosamente piccolo Giovanni, con riferimento al “Grande” Giovanni, ovvero a San Giovanni Apostolo, scrittore del 4° Vangelo, di tre Lettere e dell'Apocalisse.
Come dichiarano alcuni testimoni e soprattutto la sua assistente Marta Diciotti, Maria poteva scrivere in qualsiasi momento, stando a letto con il quaderno sulle ginocchia, talvolta anche nel bel mezzo di grandissime sofferenze, ma sempre con molta naturalezza e senza segni particolari. Spesso poteva essere interrotta, per qualsiasi genere di motivo, ma dopo lei riprendeva a scrivere come se nulla fosse. 
Posso asserire – si legge in una dichiarazione della stessa Valtorta - che non ho avuto fonti umane per poter sapere ciò che scrivo, e ciò che, anche scrivendo, non comprendo molte volte.

L'Evangelo come mi è stato rivelato

Poco meno di due terzi della produzione letteraria di Maria Valtorta, ovvero 122 quaderni per circa 15 mila pagine, è costituita dalla monumentale opera narrativa e dottrinale sulla Vita del Signore, che inizia dalla nascita di Maria SS per proseguire con la vita nascosta di Gesù, i suoi tre anni di vita pubblica, la sua Passione, Morte e Resurrezione, e termina infine con l'assunzione in Cielo della Vergine SS. .
Intitolata inizialmente "il poema dell'Uomo-Dio" e pubblicata fin dal 1956-59 in quattro grossi volumi, l'opera ha cambiato titolo nel 1993 in "L'Evangelo come mi è stato rivelato", suddiviso in dieci volumi.
La prima edizione era corredata da note di padre Corrado M. Berti e con tavole che l'artista Lorenzo Ferri eseguì sotto le indicazioni della stessa Valtorta.

Anche se questa straordinaria opera non è stata esente da lotte e contrasti vari, tuttavia essa ha ricevuto tanti riconoscimenti, anche con attestazioni scritte, da parte di autorevoli e dotte personalità ecclesiastiche e laiche. In particolar modo è stata riconosciuta la sua originalità e singolarità, pur nella perfetta aderenza all'ortodossia cattolica. Oltre a ciò, pur riconoscendo doti di intelligenza, cultura, memoria e doti psichiche e spirituali alla scrittrice, è stato valutato come impossibile che una persona umana possa trovare adunate in lei così tanta dottrina e tante esatte cognizioni di storia, luoghi e riferimenti che si trovano, numerosissimi, nell'opera.

I Quaderni

Maria Valtorta trascrisse una lunga serie di visioni e dettati, avvenuti tra il 1943 e il 1950, i quali sono stati raccolti in tre volumi, I Quaderni del 1943, I Quaderni del 1944 e I Quaderni del 1945-1950. In questi quaderni sono riportati scritti di altissimo valore Teologico, Mistico e Spirituale, contenuti estremamente variegati che toccano un po' tutti gli aspetti della Fede. Gli scritti sono riportati in ordine cronologico, e oltre a dettati e visioni, sono contenuti anche episodi della vita personale della Valtorta, nonché sue personali riflessioni. Sono contenuti anche visioni dei primi Martiri Cristiani della Chiesa e anche visioni di Santi e Sante come, ad esempio, San Francesco d'Assisi e Santa Teresa del Bambin Gesù.

I Quadernetti

E' un volume relativamente recente, pubblicato nel 2006 ed edito dal CEV (Centro Editoriale Valtortiano), nel quale sono raccolti tutti quegli scritti, rimasti fino a qui inediti, raccolti tra fogli sparsi, taccuini e pagine sciolte, che non avevano trovato spazio nella pubblicazione dei Quaderni. Il materiale è databile tra il 1943 e il 1954 e, come per i Quaderni, gli argomenti toccano vari aspetti della Fede Cristiana. Tra questi, è giusto sottolinearlo, sono riportate anche le visioni e i dettati relativi alla Tomba di San Pietro, la quale, secondo tali scritti, farebbero pensare a una diversa collocazione del primo Pontefice Cristiano rispetto al luogo che si ritiene oggi essere la sua tomba.

Libro di Azaria

Questo libro raccogli i dettati dell'Angelo Custode di Maria Valtorta, Azaria il suo nome, con commenti e spiegazioni da un punto di vista teologico e spirituale, del calendario liturgico dell'epoca, composto da 58 Messe festive nel testo del Messale tridentino (o di San Pio V) vigente all'epoca.

Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani

Databili tra il 1948 e il 1950, le Lezioni sono dettati che commentano il testo paolino nella versione della Sacra Bibbia usata all'epoca dalla Valtorta e attribuita allo Spirito Santo.


ALTRI SCRITTI DI MARIA VALTORTA

Le lettere

Nonostante il grande impegno profuso come scrittrice Mistica, Maria Valtorta non era isolata dal mondo ed in modo particolare aveva dei contatti epistolari con alcune anime di grande Fede a lei molto care. Tra queste vanno ricordate la monaca Carmelitana di clausura Madre Teresa Maria (il cui contenuto epistolare sarebbe potuto essere molto più ampio se un gran numero di queste lettere non fosse stato eliminato, come richiesto dalla stessa Valtorta), padre Romualdo Migliorini, dell'ordine dei Servi di Maria, per lungo tempo Direttore Spirituale della stessa Valtorta, quindi Mons. Alfonso Carinci, Segretario della Congregazione Vaticana che si occupava delle Cause dei Santi e grande estimatore dell'opera letteraria della Valtorta, che egli riteneva essere assolutamente autentica e proveniente da Dio.

L'Autobiografia

Antecedente agli scritti ispirati dal Signore, nel 1943 Maria Valtorta ha scritto il suo primo libro spirituale, l'"Autobiografia", su espressa richiesta del suo Direttore Spirituale padre Migliorini. E lo stesso padre Migliorini è stato ispirato da Gesù in questa richiesta (come rivelato da Gesù stesso) col fine di “purificare” la scrittrice dal tanto “veleno” (parole stesse di Gesù) che Maria aveva accumulato durante la propria vita fino a quel momento.


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