mercoledì 25 maggio 2022

Il fanciullo di 11 anni che ha visto l'inferno, il Purgatorio e il Paradiso

Poco tempo dopo la canonizzazione di S. Bernardino da Siena, morì a Cascia nel regno di Napoli un fanciullo di undici anni, chiamato Biagio Massei. I suoi genitori gli avevano inspirato la divozione che essi stessi nutrivano per quel nuovo Santo, e questi seppe ricompensarli. Il giorno dopo la morte portandosi a seppellire, Biagio si risvegliò come da un profondo sonno, e disse che Bernardino lo richiamava alla vita per narrare le meraviglie fattegli vedere nell'altro mondo.

Si comprende lo stupore e la curiosità che eccitò un tal fatto. Per un mese intero Biagio non fece che parlare di ciò che aveva veduto, e rispondere alle domande mossegli dai visitatori. Parlava colla semplicità d'un fanciullo, ma nel tempo stesso con un'esattezza di espressione, con una cognizione della vita futura ben superiore alla sua età.

Al momento della sua morte, diceva, S. Bernardino s'era a lui presentato, e l'aveva preso per mano dicendogli: «Non aver paura, ma guarda bene tutto quanto ti mostrerò, per ritenerlo e raccontarlo in seguito».

Nell'inferno Biagio vide orrori inesprimibili, ed i vari supplizi dai quali erano tormentati gli orgogliosi, gli avari, gli impudici e gli altri peccatori. Fra questi, parecchi ne riconobbe che aveva veduto durante la vita, ed anzi due ne vide arrivare appena morti, uno dei quali era dannato per aver posseduto beni malamente acquistati. Il figlio suo, colpito da questa rivelazione come da un fulmine, e d'altra parte conoscendo la verità delle cose, s'affrettò a fare piena restituzione; e non contento di quest'atto di giustizia, per non esporsi a dividere un giorno la triste sorte del padre, ai poveri distribuì il rimanente della sua fortuna ed abbracciò la vita monastica.

Di là condotto al Purgatorio, Biagio vide pure spaventevoli supplizi, diversi secondo i peccati di cui erano il castigo. Vi riconobbe un gran numero di anime, e parecchie di esse lo pregarono d'avvertire i propri parenti e prossimi della loro dolorosa situazione, indicando pure i suffragi e le buone opere di cui abbisognavano. Quando veniva interrogato sullo stato di un defunto, senza esitare rispondeva e dava le più precise particolarità: «Vostro padre, disse ad uno di quelli che lo visitavano, trovasi al Purgatorio fin dal tal giorno: vi incaricò di distribuire in elemosina la tal somma, e non l'avete fatto». «Il vostro fratello, disse ad un altro, vi aveva detto di far celebrar tante Messe, e ne conveniste con lui; ma non avete compito il vostro impegno: rimangono ancora da soddisfare tante Messe».

Biagio parlava pure del Cielo, ove in ultimo era stato condotto, ma ne parlava pressappoco come S. Paolo, il quale, essendo stato rapito al terzo Cielo, con o senza il suo corpo, ciò che non sapeva, aveva udite parole misteriose, non possibili a ridirsi da bocca mortale. Ciò che soprattutto aveva colpito gli sguardi del fanciullo era l'immensa moltitudine di Angeli che circondano il Trono di Dio, e l'incomparabile bellezza della S. Vergine Maria, innalzata al di sopra di tutti i cori degli Angeli.


Fonte: Il Dogma del Purgatorio con Imprimatur

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