domenica 12 giugno 2022

Santa Caterina de' Ricci e l'anima del principe in Purgatorio

Santa Caterina de' Ricci (1523-1590) è stata una Santa suora domenicana, umile, semplice, povera, ma dotata di tanti Doni Mistici straordinari, come quelli di vedere e parlare con Gesù e la Madonna, di rivivere la Passione di Cristo, di avere le Sacre Stigmate, di vedere e conoscere lo stato delle anime del Purgatorio.

Caterina "spingeva" molto la carità verso le anime del Purgatorio, fino a soffrire sulla terra ciò che dovevano soffrire nell'altro mondo. Tra le altre, dalle fiamme espiatrici liberò l'anima di un principe, per lui soffrendo per quaranta giorni incredibili tormenti. Questo principe, che la storia non nomina, senza dubbio per riguardo alla famiglia, aveva menato vita mondana, e la Santa fece molte preghiere, digiuni e penitenze, perché Dio l'illuminasse e non fosse riprovato. Dio si degnò di esaudirla, e l'infelice peccatore prima di morire diede evidenti prove di una sincera Conversione. Con buoni sentimenti da questa vita passò al Purgatorio.
Ne ebbe cognizione Caterina per una Divina rivelazione nella preghiera, ed ella stessa si offrì a soddisfare alla Divina Giustizia per quell'anima. Il Signore gradì questo caritatevole cambio: ricevette nella Gloria l'anima del principe, ed a Caterina per quaranta giorni fece sostenere le più strane pene. Fu presa da una malattia che, a giudizio dei medici, non era naturale, e che non potevano né guarire, né sollevare. Ecco, secondo i testimoni, in che consisteva quel male: il corpo della Santa si coprì di bollicelle ripiene di un umore visibilmente in ebollizione, come acqua bollente sul fuoco. Ne proveniva un estremo calore, tanto che la sua cella si scaldava come un forno e sembrava piena di fuoco; non si poteva dimorarvi alcuni istanti senza uscirne per respirare.
Era evidente che la carne dell'inferma bolliva, e la sua lingua rassomigliava ad una piastra di metallo arroventato. Ad intervalli, l'ebollizione cessava, ed allora la carne sembrava come arrostita; ma ben presto si riempivano le bollicelle, riprendendo l'ebollizione. Frattanto, in mezzo a questo supplizio, la Santa non perdeva né la serenità del volto, né la pace dell'anima; all'incontro, sembrava godesse in quei tormenti. I dolori andavano talvolta ad un tale grado d'intensità da perdere la parola per dieci o dodici minuti. Quando le religiose sue sorelle le dicevano che sembrava che si trovasse nel fuoco, rispondeva semplicemente di sì, senza più nulla aggiungere.
Quando le rappresentavano che troppo lungi spingeva lo zelo, e che non dovesse chieder a Dio dolori così eccessivi, lei rispondeva; «Perdonatemi, madri mie, se vi replico. Gesù ama tanto le anime, che a Lui è infinitamente gradito quanto facciamo per la loro salute. Ed è per questo che volentieri soffro qualsiasi pena, tanto per la Conversione dei peccatori, quanto per la Liberazione delle anime ritenute nel Purgatorio».
Spirati i quaranta giorni, Caterina ritornò all'ordinario suo stato. I parenti del principe le domandarono dov'era la sua anima. «Di nulla temete - rispose - la sua anima gode l'Eterna Gloria». Con ciò si conobbe che era per quell'anima che tanto aveva sofferto.

Questo fatto può insegnarci molte cose; ma l'abbiamo citato per dimostrare come le maggiori sofferenze non sono incompatibili colla pace interna. La nostra Santa, sebbene visibilmente soffrisse le pene del Purgatorio, godeva d'una meravigliosa calma e d'una sovrumana contentezza.


FONTE: Il Dogma del Purgatorio


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