giovedì 22 febbraio 2024

Così il Padre ci ama


Dio ti osserva individualmente, chiunque tu sia. Egli “ti chiama con il tuo nome”. Egli ti vede, ti comprende, così come Egli ti ha creato. Egli sa quello che c’è dentro di te, tutti i tuoi sentimenti e pensieri, quelli che ti sono propri, le tue inclinazioni e le cose che ti piacciono, la tua forza e la tua debolezza. Egli ti osserva nei giorni della tua gioia come pure nel giorno del dolore. Egli ti è vicino nelle tue speranze come nelle tue tentazioni. Egli mette il Suo interesse in tutte le tue preoccupazioni, in tutte le tue tristi o liete ricordanze. Egli ha contato tutti i capelli della tua testa e i millimetri della tua statura. Egli ti abbraccia tutt’intorno e ti porta sulle Sue braccia; Egli ti raccoglie da terra e ti depone giù. Egli nota il tuo stesso volto, sia quando sorride che quando è in lacrime, sia quando è in piena salute, che quando è malaticcio. Egli guarda con tenerezza le tue mani e i tuoi piedi; Egli ode la tua voce, il battito del tuo cuore, e il tuo stesso respiro.

Tu non ami te stesso meglio di quanto Egli ti ami. Tu non puoi sfuggire al dolore più di quanto Egli si dolga del tuo doverlo sopportare, e se è Lui che te lo manda, è come se fossi tu a volerlo volontariamente su te stesso, se sei saggio, nell’attesa di un Bene assai più grande dopo. Tu sei non solo la Sua creatura (sebbene Egli abbia molta cura perfino dei passerotti…), sei l’uomo redento e santificato, il Suo figlio adottivo, che gode del favore di una parte di quella gloria e beatitudine che fluisce da Lui eternamente nell’Unigenito.

Tu fosti uno di quelli per i quali Cristo offrì la Sua ultima preghiera, e la suggellò con il Suo Sangue prezioso.
Che cos’è l’uomo, che cosa siamo noi, che cosa sono io, perché il Figlio di Dio debba prendersi tanta cura di me?


Dal Sermone IX sulla Provvidenza individuale di San John Henry Newman


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