sabato 31 agosto 2024

Purifica la tua vita


Anima mia, hai un compito, un gran compito, se vuoi. Scruta seriamente la tua interiorità, il tuo essere, il tuo destino, da dove vieni e dove vai; cerca di capire se è vita quella che vivi o se c'è qualcosa di meglio. Perciò, purifica la tua vita.

San Gregorio Nazianzeno


giovedì 29 agosto 2024

I sette vizi (o peccati) capitali


I vizi o peccati capitali sono quelle mancanze a cui la natura umana caduta è particolarmente incline. Per questo è molto importante per chiunque voglia avanzare sulla via della Santità, imparare a individuare queste tendenze del proprio cuore e nei propri comportamenti, al fine di sapersi contenere e correggere. 

Il termine “capitale” non si riferisce alla grandezza del peccato, ma al fatto che dà origine a molti altri peccati.
Secondo San Tommaso d'Aquino, un vizio capitale è quello che ha un fine eccessivamente desiderabile, di modo che desiderandolo un uomo commette molti peccati, tutti originati da quel vizio, che ne è la fonte principale.

Ciò che si desidera o si rifiuta nei vizi capitali può essere materiale o spirituale, reale o immaginario. Abbiamo tutti una tendenza verso i peccati capitali, che dobbiamo controllare conoscendo e sviluppando le Virtù contrarie a ciascuno di questi peccati.

I vizi, o peccati capitali, sono: SUPERBIA, AVARIZIA, INVIDIA, IRA, LUSSURIA, GOLA, PIGRIZIA o ACCIDIA.

SUPERBIA
Attribuzione ai propri meriti di qualità che sono invece Doni di Dio (intelligenza, salute, ecc...).
Il superbo è "pieno di sé", vede sé stesso al di sopra di tutti, e per ogni proprio "successo" si attribuisce ogni merito, escludendo persino Dio.

AVARIZIA
L'avarizia è, come la gola e la lussuria, un peccato di eccesso. È caratterizzato dal desiderio di acquisire beni materiali in quantità molto superiori a quelle necessarie a soddisfare i propri bisogni fondamentali, e non li vuole condividere con nessuno. 
San Tommaso d’Aquino definiva l’avarizia come “un peccato contro Dio, come tutti i peccati mortali, in cui l’uomo condanna le Cose Eterne per le cose temporali”.

INVIDIA
L'invidia è
“tristezza per i beni che un altro possiede e che si ritiene dannosi per sé stesso, poiché diminuiscono la propria eccellenza o notorietà.
Una persona invidiosa non solo si risente delle qualità di un'altra persona, siano essi talenti, aspetto, possedimenti, lavoro o popolarità, ma prova anche gioia e persino godimento degli ostacoli o delle avversità che una persona affronta. 

IRA
L'ira è definita come un’emozione incontrollata di odio e rabbia. Un'emozione negativa che può manifestarsi come negazione della verità verso sé stessi e gli altri, nonché come un crescente desiderio di vendetta. La definizione moderna include anche l'intolleranza verso altre persone a causa della loro razza o religione, arrivando fino all'estremo della discriminazione.
Questo è l'unico peccato che non è strettamente correlato all'interesse personale e all'egoismo.

LUSSURIA
Corrisponde al piacere sessuale ricercato immediatamente per sé stessi. Coloro che sono lussuriosi cercano gratificazioni personali e fugaci. Considera gli altri come semplici corpi e "oggetti di piacere" piuttosto che come persone.

GOLA
La golosità, oggi, si riferisce al consumo eccessivo di cibi e bevande. In passato comprendeva ogni tipo di forma di eccesso. Include anche alcune forme di comportamento distruttivo per sé stessi e per gli altri.
Nella "Divina Commedia" di Dante Alighieri, i penitenti del Purgatorio erano costretti a fermarsi tra due alberi, del tutto impossibilitati a raggiungere i frutti che pendevano dai rami.

ACCIDIA o PIGRIZIA
La pigrizia, o accidia, è il rifiuto di svolgere i propri compiti o doveri che ha ciascuna persona.
La pigrizia può essere anche di spirito, il pigro non si comporta secondo il Volere di Dio per mancanza di spirito e di buona volontà. 


Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che “I vizi possono essere catalogati in parallelo alle Virtù alle quali essi si oppongono.

Queste Virtù sono: UMILTA', PAZIENZA, TEMPERANZA, CARITA', GENEROSITA', DILIGENZA e CASTITA'

Virtù contrapposta alla SUPERBIA è l'UMILTÀ: questa è una caratteristica per cui una persona non si crede mai superiore agli altri e, se anche vede in sé stesso delle qualità, sa bene che questi sono tutti Doni di Dio, per cui non se ne fa un motivo di merito, ma bensì di profonda riconoscenza verso di Lui.

Virtù contrapposta all'IRA è la PAZIENZA: è l'attitudine a superare adeguatamente ogni difficoltà e imprevisto, senza perdere il controllo di sé, ma mantenendo uno stato di Pace interiore.

Virtù contrapposta alla GOLA è la TEMPERANZA: ricerca l'equilibrio nell'uso dei beni e modera l'attrazione dei piaceri. Garantisce che la volontà prevalga sugli istinti.

Virtù contrapposta all'INVIDIA è la CARITÀ: ha un legame molto stretto con l'empatia e l'amicizia.
La persona di Carità è felice nel constatare tutto ciò che c'è di Bello e di Buono nella vita dell'altro e si "adopera" costruttivamente per favorirlo e aiutarlo in ogni modo.

Virtù contrapposta all'AVARIZIA è la GENEROSITÀ: E' donare agli altri, sotto ogni punto di vista, con l'intento di fare del Bene a ciascuno.

Virtù contrapposta all'ACCIDIA o PIGRIZIA è la DILIGENZA: è la cura nello svolgere un determinato compito, con puntualità e precisione. In pratica significa mantenere gli impegni presi e farlo nel miglior modo possibile.

Virtù contrapposta alla LUSSURIA è la CASTITÀ: è il comportamento volontario che comporta la rinuncia all'atto sessuale. 


Ogni persona che vuole mettersi seriamente alla sequela di Cristo, sa bene che deve combattere con ogni propria forza i 7 vizi capitali e, per contro, cercare di sviluppare al massimo ogni Virtù Cristiana.

Non dobbiamo mai dimenticarci che siamo Tempio della Spirito Santo e che la nostra Destinazione Eterna è il Regno dei Cieli, laddove non è e non può esistere macchia alcuna perché saremo interamente e totalmente in Dio.  





lunedì 26 agosto 2024

Una vita vuota è pesante


Sapete perché tante volte la nostra vita ci sembra pesante? Perché è vuota. Pare strano, ma è così: più la vita è vuota e più diviene pesante.

Don Tonino Bello


mercoledì 21 agosto 2024

Un comunista convinto.... convertito da Padre Pio


Da Padre Pio non andavano solo comunisti per convenienza, ma anche comunisti convinti. Come, per esempio, un toscano di Prato chiamato Giovanni. Andò a San Giovanni Rotondo per far diventare, a sua volta, Padre Pio un membro del PCI. Ma non andò come aveva programmato.

Durante la confessione, il Santo frate smascherò il “toscanaccio” e lo mandò via. Lui non permetteva che si giocasse con i Sacramenti. Giovanni rimase malissimo.

«Padre, mi tratta così solo perché sono “rosso”», disse.

«No, figlio mio», spiegò Padre Pio. «Perché la tua anima è nera».

Giovanni capì e, tornato a Prato, riprese ad andare, ogni domenica, alla S. Messa e s’impegnò a non bestemmiare più.
Contento e soddisfatto di se stesso, dopo un paio di mesi, Giovanni tornò a San Giovanni Rotondo per confessarsi nuovamente.
Mettendosi in ginocchio, chiese: «Padre, si ricorda di me?».

Il Santo confessore rispose: «Le brutte facce non le dimentico».

«Non cominciamo bene…», pensò il “toscanaccio”.

«Sei andato alla Messa?», riprese padre Pio.

«Tutte le domeniche, Padre».

«Perché non vai nella tua parrocchia?».

Giovanni strabuzzò gli occhi dalla sorpresa. «Ma lei come fa a saperlo?».

«Rispondi e basta».

Arrossendo, il penitente di Prato spiegò: «Perché non voglio che qualcuno che mi conosce vada a riferire ai compagni di partito che vado alla Messa».

Non poté terminare la frase, perché Padre Pio cominciò a gridare: «Vattene! Vattene! Sei peggio di prima! Prima eri un miscredente, ma ora sei ipocrita».

Tornato a Prato, Giovanni affrontò i “compagni di partito”; comunicò loro che aveva deciso di andarsene, perché la sua ritrovata fede in Cristo non gli permetteva di avere a che fare con quel mondo.
Non fu facile, perché gli ex “compagni” giurarono vendetta, ma il “toscanaccio” tenne duro. Non ebbe più paura di farsi riconoscere durante la Santa Messa, né si vergognò di inginocchiarsi quando passava davanti ad una chiesa.

Alla terza confessione, finalmente ebbe il Perdono Sacramentale.
Giovanni raccontò che Padre Pio era più felice di lui.


Fonte: Gruppo Facebook "I SANTI CHE TI AIUTANO"


lunedì 19 agosto 2024

Due segreti per raggiungere la Santità

Gesù parla alla Sua anima prediletta Maria Valtorta.

Dice Gesù:

« Uno dei segreti per raggiungere la santità è questo: non mai distogliere la mente da un pensiero che deve reggere tutta la vita: Dio. Il pensiero di Dio deve essere come la nota su cui tutto il canto dell’anima s’intona.

Hai visto come fanno gli artisti? Si muovono, vanno, vengono, sembra che non guardino giù dal palcoscenico. Ma in realtà non perdono mai d'occhio il maestro di musica che dà loro il tempo. anche l’anima, per non sbagliare e per non distrarsi - cosa che la farebbe sbagliare - deve tenere l’occhio dell'anima sempre fisso in Dio. Parlare, lavorare, camminare, ma l’occhio mentale non deve perdere di vista Iddio.

Secondo punto per raggiungere la santità: non perdere mai la fede nel Signore. Qualunque cosa avvenga, credere che avviene per bontà di Dio. Se è cosa penosa, anche cattiva, e perciò voluta da forze estranee a Dio, pensare che Dio la permette per bontà.

Le anime che sanno vedere Dio ovunque, sanno anche cambiare tutte le cose in moneta eterna. Le cose cattive sono monete fuori corso. Ma se le sapete trattare come si deve, esse divengono legali e vi acquistano il Regno eterno.

Sta a voi rendere buono ciò che non è buono; fare delle prove, tentazioni, disgrazie — che fanno rovinare del tutto anime già crollanti — tanti puntelli e fondamenta per edificare il tempio che non muore. Il tempio di Dio in voi al presente, il tempio della beatitudine nel futuro, nel mio Regno. »

23 giugno 1943, ore 23.30


Fonte: "I Quaderni del 1943"


martedì 13 agosto 2024

"Tu consoli il Mio Cuore per chi non me lo consola"


Colloqui Spirituali tra Gesù e la Sua anima prediletta Natuzza Evolo:

Natuzza: Gesù, quante cose potevo fare e non le ho fatte.

Gesù: Quello che non hai fatto prima lo fai oggi, quello che non fai oggi, lo farai domani.

Natuzza: Che vuol dire?

Gesù: Puoi fare di là. Di là puoi pregare, perché non ti manca il tempo e non c'è chi ti disturba. Tu muori di passione e un'altra non mi sfiora manco con il pensiero. Io non esisto per questa. Soffro non per Me stesso, ma soffro per lei che non sa che ci sono. Perché non deve avere questa gioia che hai tu? A qualcuna tu gliela trasmetti, eppure, dopo un giorno, dopo due, dopo un mese, per una stupidaggine, le passa l'amore, le passa la gioia, le passa tutto. Non è vero amore, come non lo è per un marito dato a forza, a cui sfugge l'amore da un momento all'altro. Ma l'amore Mio non sfugge, perché Io amo tutti alla stessa maniera e voglio che questo Amore sia trasmesso per il bene vostro, per il bene delle anime, per costruire un mondo nuovo. Ma nessuno ci pensa.
Tutti dicono: "Ci ha castigato Dio". No, Io non castigo, do qualche prova, mi servo di qualche prova per recuperare il bene delle anime. Beata quella che è scelta. E chi scelgo Io? Scelgo una persona che può offrire, che veramente Mi conosce nel fondo del cuore. E la scelgo come un parafulmine. Non posso scegliere una a cui do una prova e poi si danna del tutto. E allora che sono vendicativo? Sono Dio di Misericordia. Io vi aiuto, vi proteggo, nella sofferenza vi sono vicino. Ve l'ho detto, bussate ed Io vi apro, perché nel Mio Cuore c'è posto per tutti. Perché vi allontanate dal Mio Cuore?

Natuzza: Signore ti vorrei amare per chi non ti ama, ti vorrei pregare per chi non ti prega, vorrei soffrire per chi non accetta la sofferenza, vorrei soffrire per chi non ha la forza di soffrire. Vorrei che Tu perdonassi e mi dessi una sofferenza. Perdona tutto il mondo! A me non importa che sto per 100 anni in Purgatorio, basta che porti tutti in Paradiso! Signore, prego per chi non prega. Perdonami se prego poco, dovrei pregare di più.

Gesù: Tutte le azioni buone sono preghiera, il lavoro è preghiera, le parole che dici sono preghiera. Tu consoli il Mio Cuore per chi non me lo consola, fai al doppio di quei pochi che Mi consolano.


Fonte: Gruppo Facebook "Devoti di Natuzza Evolo"


sabato 10 agosto 2024

Pregare e sacrificarsi per il prossimo porta molta Grazia


Quella sera ascoltai le confessioni e chiesi ad ogni penitente di recitare il Rosario per la conversione di un peccatore. Alla fine il peccatore venne a confessarsi.

Per questo è così importante pregare e sacrificarsi per gli altri, specialmente per coloro che sono caduti moralmente e spiritualmente.

Come le nuvole catturano l'umidità del mare e la trasportano sulle cime delle montagne facendola piovere sulla terra arida, così anche le nostre preghiere e i nostri sacrifici sono trasportati dallo Spirito Santo e fatti piovere su altre anime che hanno bisogno di queste preghiere e sacrifici.

In questo modo si continua l'opera della Salvezza.


Beato Fulton J. Sheen


mercoledì 7 agosto 2024

In questo mondo avrete tribolazioni


Quando Gesù disse: «Ho vinto il mondo», non intendeva dire che i Suoi seguaci sarebbero stati immuni dalle tribolazioni, dalla sofferenza, dal dolore, dalla crocifissione e dalla morte. Non diede la pace che prometteva l'esenzione dalla lotta, perché Dio odia la pace in coloro che sono destinati alla guerra contro il male.

Se il Padre Celeste non aveva risparmiato il Figlio, allora Lui, il Figlio Celeste, non avrebbe risparmiato i Propri discepoli. Ciò che la Risurrezione offriva non era l'immunità dal male nel mondo fisico, ma l'immunità dal peccato nell'anima.

Agli Apostoli, il Divino Salvatore non disse mai: «Siate buoni e non soffrirete»; anzi: «In questo mondo avrete tribolazioni». E li ammonì anche a temere non già quelli che uccidono il corpo ma quelli che possono uccidere l'anima.

Ed ecco ora dichiarare agli Apostoli che la Sua Vita era un modello per tutti i Suoi seguaci, incoraggiandoli così ad accettare con animo coraggioso e sereno quanto di peggio questa vita avesse da offrire. E disse pure che tutte quelle sofferenze erano come l'ombra della «Sua mano carezzevolmente protesa».

Nessun talismano Egli promise a proteggere dalle tribolazioni: è vero invece che come un Capitano Egli aveva combattuto per suggerire agli uomini il modo di trasfigurare alcune delle più tremende sofferenze della vita nei più ricchi profitti della vita spirituale.

La Croce di Cristo aveva sollevato le questioni della vita, e ad esse rispose la Risurrezione.
Non il Cristo svirilizzato ma il Cristo Virile è Colui che mostra e spiega nel Proprio Corpo il vessillo della Vittoria: la bandiera tutta Stimmate e Piaghe della Salvezza.

Tutto ciò il poeta Edward Shillito ha espresso in questi termini: «Nessun falso dio, immune dalle tribolazioni e dal dolore, avrebbe potuto consolarci in quei giorni».


Beato Fulton J. Sheen, da "Vita di Cristo"


domenica 4 agosto 2024

Pregare e Amare


L’uomo ha un bellissimo dovere e obbligo: Pregare e Amare. Se pregate e amate, avrete incontrato la Felicità in questo mondo.

Santo Curato d'Ars


giovedì 1 agosto 2024

Io sono soltanto una povera suora che prega


Io sono soltanto una povera suora che prega. Pregando, Gesù mi mette nel cuore il Suo Amore e io vado a donarlo a tutti i poveri che incontro sul mio cammino.
Pregate anche voi! Pregate e vi accorgerete dei poveri che avete accanto. Forse nello stesso pianerottolo della vostra abitazione. Forse anche nelle vostre case c’è chi aspetta il vostro amore. Pregate e gli occhi si apriranno e il cuore si riempirà di amore.

Madre Teresa di Calcutta