Forse non tutti lo sanno ma Lucio Dalla, uno dei più grandi cantautori nella storia della musica italiana, di cui si è detto, scritto e parlato moltissimo a proposito della sua musica, è stato anche una persona dalla viva e genuina Fede, come possono confermare tutti coloro che gli erano amici e che lo conoscevano bene. Lo stesso Lucio non ha mai nascosto la sua Fede, di cui sovente parlava anche durante delle interviste fatte con lui. Non la sbandierava ai quattro venti ma non la teneva neppure nascosta. Proprio pochi giorni prima di morire (la sua morte è avvenuta a Montreux, Svizzera, il 1° marzo del 2012) si era confessato in San Petronio a Bologna e aveva partecipato alla S. Messa nella chiesa dei Celestini, di fronte al balcone di casa sua.
Il domenicano padre Bernardo Boschi, suo amico e confessore, non nascondeva che “A volte si ritirava con noi in
convento, anche due o tre giorni, per meditare e pregare” (Fonte: Avvenire 3-3-2015).
In un intervista fatta con lui nel 2000 da padre Vito Magno, Lucio Dalla sottolinea chiaramente il suo essere Cristiano Cattolico e parla della sua Fede come “uno dei pochi punti fermi e delle certezze della mia vita”, la quale però non gli proibiva di immaginare, di sperimentare anche possibilità che non contrastano con la sua certezza religiosa, ma che fanno parte della sua struttura di uomo contemporaneo. Uomo di Fede sì quindi, ma anche e soprattutto "uomo", con le sue idee e il suo modo di vedere le cose che traspaiono chiaramente nei testi delle sue canzoni.
In questa intervista Lucio si professa Credente fin da quando era bambino e sente la Fede quasi come una "necessità" da parte dell'uomo di oggi in un mondo, una società sempre più complessa ed enigmatica. Non nasconde il suo amore per i Salmi (che ha anche cantato) e per le Sacre Scritture, anche se su queste ultime ha sempre preferito non parlare perché, per sua stessa ammissione, “Mi manca la conoscenza teologica e storica per farlo”, pur sottolineandone l'intensità e il mistero, un mistero “destinato a scoprirlo solamente chi viaggia nell'anima e non nella conoscenza scientifica”. (Fonte Radio Vaticana)
Anche il domenicano padre Giovanni Bertuzzi, direttore del Centro San Domenico a Bologna, ricorda con affetto Lucio Dalla, descrivendolo come una persona molto disponibile, aperta e gioviale. Padre Giovanni tra l'altro, essendo bolognese come Lucio, lo ha conosciuto fin da quando era ragazzo, sottolineandone le qualità sia come cantante che, ancor di più, come musicista, già dagli esordi, quando faceva parte di un gruppo jazz assieme a Renzo Arbore e a Pupi Avati.
Di lui, padre Giovanni, ricorda un interessante aneddoto: durante la celebrazione di una Santa Messa, celebrata proprio da padre Giovanni e con Lucio Dalla presente tra i tanti fedeli, c'era anche un coro di studenti che cantavano durante il Rito. Al termine della Celebrazione Lucio si presentò in sacrestia, colpito dalla voce di uno di questi studenti, e lo chiamò a cantare con lui in uno dei suoi dischi di maggior successo. Padre Giovanni non si era accorto del talento di questo ragazzo, Lucio Dalla invece sì.
Padre Giovanni rimarca il fatto che Lucio viveva il suo essere Cattolico praticante attraverso una Fede molto spontanea, nel bel mezzo però di una vita molto movimentata e anche un po' "anarchica". Aveva una notevole sensibilità musicale ma anche religiosa, che gli faceva sentire la Presenza di Dio nella natura e nella sua vita in generale.
Era disponibile e generoso nel confronto degli altri, era facile interloquire con lui, nonostante la sua popolarità, e si comportava da persona qualunque senza particolari riservatezze e mai con altezzosità. Era una persona semplice e umile.
Padre Giovanni, sempre tirando fuori aneddoti dalla "scatola dei ricordi", ci tiene a dire come la sua celebre canzone "Caro amico ti scrivo" fu composta da Lucio nel parlatorio del convento assieme a padre Michele Casali, il fondatore del centro San Domenico, oggi diretto proprio da padre Giovanni Bertuzzi. Lucio e padre Michele si vedevano molto spesso tra loro, e da uno di questi colloqui praticamente è nato il testo di questa famosa canzone.
E' giusto ricordare che Lucio Dalla nel 1997 cantò davanti a Giovanni Paolo II, accanto a Bob Dylan, Bocelli, Morandi, Celentano e tanti altri, e quell'evento, per stesse parole di Lucio “rimane uno dei più grandi momenti della mia vita. Cantai "Henna", che esprime il valore redentivo della sofferenza e dell’amore e la dedicai a Papa Wojtyla”.
Lucio Dalla curò anche la colonna sonora del cortometraggio "Il giorno del sole", per il Congresso Eucaristico del 1987. In quell'occasione racconta la sua Fede, il suo rapporto con Padre Pio e il suo bisogno di pregare: “Qualche volta vorrei essere dimenticato per andare in chiesa a pregare”. Per Lucio la sua musica era preghiera, e citava spesso Sant’Agostino: “Qui bene cantat bis orat” .
La vita di Fede di Lucio Dalla e la sua vita di musicista spesso "urtavano" l'una contro l'altra.... non è facile infatti vivere la Fede in un mondo come quello della musica e dello spettacolo, che spesso vanno controcorrente rispetto a certi Valori. Non mancavano, per queste ragioni, certe "contraddizioni" nella sua vita.... ed ecco che allora Lucio sentiva il bisogno di confessarsi spesso.
Marco